LETTERE: la crisi italica del '400

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CAT_IMG Posted on 19/7/2012, 20:48

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Crisi italica del fine Quattrocento

Ci si avvicina al Manierismo, che viene definito “autunno del Rinascimento”.
Questa fase di trasformazione colpisce tutta l’Italia ed è scatenata dalla morte di Lorenzo il Magnifico, uomo che aveva garantito un lungo periodo di pace. In conseguenza alla sua scomparsa, l’Italia fu oppressa nuovamente da pressioni straniere, angioine e aragonesi. Fu soprattutto nella seconda metà del ‘500 che il Paese visse un periodo di crisi a causa della dominazione spagnola, risentendo della vecchia mentalità medioevale.
A questi fattori si aggiunge il duro periodo della Riforma e della Controriforma che contribuiscono a far cadere i valori rinascimentali, tornando a una visione pessimistica dell’uomo: vengono rafforzati i tribunali di inquisizione, vi è un maggiore controllo della cultura.
Viene incrementata l’ammirazione verso il classicismo traducendo la filosofia di Aristotele per creare delle regole pseudo aristoteliche (dedotte dalle rappresentazioni teatrali tragiche). La tragedia era vista come un momento di formazione e venivano rappresentati temi forti atti alla purificazione (persino le donne partecipavano). Queste regole delineavano le così dette unità:
• Di luogo (unico)
• Di azione (un solo atto)
• Di tempo (una sola giornata)
Vi erano delle eccezioni, come ad esempio Ariosto, che non seguiva queste regole; per cui, in seguito alla pubblicazione dell’ “Orlando furioso” ne nascono diversi dibattiti tra gli intellettuali accademici.

In questo periodo si cercano dei modelli in tutti gli ambiti: ha successo la trattatistica, cioè dei trattati che definiscono dei modelli. Alcuni esempi sono:
- “prose della volgar lingua” di Bembo
- “gli asolani” di Bembo
- “il principe” di Macchiavelli
- “il cortigiano”
- “il galateo”

La lirica petrarchista
Sulla base del principio di imitazione rinascimentale alcuni autori riprendono la forma (sonetto), il tema (amore come motivo di divisione interiore, la visione della donna) e il linguaggio di Petrarca.
Di questa imitazione parla Bembo nelle Prose della volgar lingua, descrivendo il linguismo di Dante troppo rozzo.
Gaspara Stampa
Prima poetessa del Rinascimento, fu rivalutata nell’’800 (Romanticismo), in quanto era poco rispettosa delle convenzioni sociali, avendo un pensiero opposto al Canzoniere di Petrarca riguardo il tema del dissidio amoroso.
 
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